TerraMadre

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TERRA MADRE
Didattica e antropologia del territorio

    Nel tempo in cui il territorio di San Chirico Raparo apparteneva al Regno di Napoli nessuno sospettava minimamente ciò che si sarebbe sviluppato da li a 600 anni dopo le dominazioni degli imperatori barbari, perché non si possedevano le nozioni e le condizioni culturali necessarie per immaginare una dimensione futura se non sorretta dal Dio cristiano, il quale da un momento all’altro avrebbe fatto straripare i fiumi del Giudizio universale.

Contrariamente ad una visione proiettata in avanti, in quel periodo proliferava il gusto della scoperta dell’antico. In molti ignoravano la concezione della dimensione temporale vissuta, forse perché erano troppo impegnati a sfuggire alla fame o a qualche pestilenza di turno, e stesso chi intellettuale lo era di professione preferiva grattare via dai manoscritti di cronache, dai testi religiosi e dagli atti testamentari gli strati di fango, sangue e corruzione, invece di profetizzare potenziali piani politici e paradisi fiscali. Per quello bastavano la Chiesa e l’Impero, premurosamente piegati sul tornaconto personale.

Nel XV secolo, dal circolo degli umanisti meridionali, affiorava la figura di Giovanni Pontano, poeta, maestro e diplomatico alla corte di Alfonso d’Aragona, nonché ereditario dell’Accademia fondata dal Panormita. Nonostante le sue conoscenze classiche e il suo prestigio politico, non credo che il Pontano fosse così presuntuoso da immaginare che un giorno molto lontano, in un paese dell’entroterra lucano, tra il giardino del Convento Bentivenga e il piazzale sottostante in via Duomo, un gruppo di entusiasti individui avrebbero portato alla luce, riproducendo teatralmente, ciò che egli appuntò nel suo Meteororum Libri nel 1490. Pare che il poeta napoletano, in veste di diplomatico, fosse approdato nella nostra area territoriale in visita alle commende del regno. Fu qui che avrebbe appreso testimonianze popolari legate al culto sotterraneo di esseri magici legati agli elementi della natura. Così, dallo studio di pagine inchiostrate da Naiadi delle sorgenti d’acqua, da Oreadi dei monti, da Driadi delle querce e da Fauni cacciatori innamorati di tali presenze femminili, nasce Terra Madre, l’evento artistico-culturale svolto nel giugno 2007 grazie all’opera attiva del Pa.Cu.L. (Partenariato Culturale Locale) composto dalla Biblioteca Comunale “E. Magaldi”, dalla Biblioteca Capitolare Parrocchiale “M. De Sarlo”, dalla Pro loco sanchirichese e dal Forum dei Giovani.
Il corredo fotografico su luoghi, figuranti e panorami, che il sito vi offre, merita un accompagnamento riflessivo, per tale motivo, ripensando all’azione diretta impiegata per l’edificazione materiale dell’evento, trovo giusto sostenere che Terra Madre è l’orma illuminata sulla quale per decenni le nostre generazioni hanno camminato distrattamente, è lo spazio impolverato dagli eventi, è il succo agrodolce del ciclo biologico che segna l’esistenza terrena, è la sintesi dell’evoluzione del nostro DNA. Ma Terra Madre vuole anche essere il biglietto d’ingresso ad un progetto molto più ambizioso denominato “Antiqua, il borgo letterario”. Entrambi rappresentano i pilastri antropologici del territorio sanchirichese, i quali portano in sé stessi lo scopo primario di una didattica educativa e di ricerca mirata all’estinzione delle indifferenze e degli indifferenti, poiché è fondamentale imparare da ciò che è stato fatto nel passato per combattere le incompetenze del presente.

 Francesca Caputo

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