U SCACCARICCHIO

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scaccaricchioCari lettori, la storia di questo mese ci porta in un tempo popolato da magiche presenze a custodia di incredibili tesori nascosti.
Si narra di un certo folletto di nome Scaccaricchio, meglio conosciuto in Terra di Basilicata come «Munachiello» o «Munaciello».
La tradizione orale ci informa che a quei tempi si giurava di vederlo correre per le strade o in qualche aia dopo la trebbiatura. Esteticamente pareva un bambino o poco più grande di un palmo o due di mano, dal volto carino, ma minuto e dispettoso. Stava nascosto nella polvere o nella paglia, girava in tondo come una trottola ed era così veloce che sembrava un fulmine. Alle donne alzava la sottana e faceva intossicare le persone nelle case tappandogli la cima delle canne fumarie. All’improvviso sbatteva porte e finestre e fischiava nelle orecchie come il vento. Faceva il solletico ai piedi e a mezzanotte tirava le coperte dal letto.
Abitava in piccole grotte che lui stesso si scavava con il proprio soffio o piano piano con un martellino. Incredibile a dirsi! ma pare che a San Vito o sul Castello custodiva sacchi ammassati pieni di monete d’oro e pietre preziose. Portava sempre un cappuccio rosso, c’era anche chi sosteneva il contrario, e cioè che il cappuccio fosse a righe, ma alcuni dicevano che non lo aveva affatto, però beato chi riusciva a strapparglielo dalla testa perché diventava ricco al momento. Senza di esso pare che perdesse le forze, non riusciva più a correre e nemmeno a fare dispetti, ma per riavere il suo cappuccio ti faceva padrone di grandi tesori.

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