Chiese e Momumenti

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DUOMO PARROCCHIALE DEI SS. APOSTOLI PIETRO E PAOLO Il Duomo, a tre navate e a forma di croce latina, fu costruit0 sui ruderi di un'antica chiesa dedicato a San Pietro, che, edificata dopo le persecuzioni cristiane, durò per oltre tredici secoli. La ricostruzione iniziò ufficialmente nel 1814 (come testimoniato dall'iscrizione marmorea che si incontra appena si entra in Duomo, sul primo pilastro a destra), per interessamento dell'arciprete Pasquale Maria Bentivenga (1782-1866) e con il generoso coinvolgimento di tutta la popolazione.L'opera fu realizzata dagli architetti Germino (padre e figlio) di Spinoso e completata nella seconda metà del XIX secolo.Esternamente si denota una commistione di stili, come nella facciata, dove elementi barocchi si affiancano a elementi neoclassici.All'interno, si trovano diverse opere di pregevole fattura; tra queste, un Polittico cinquecentesco e un dipinto su legno del '600, posti sulle pareti, rispettivamente, a sinistra e a destra dell'altare maggiore, al di sopra del quale spicca un grande crocifisso ligneo del '300.Sulle navate laterali si trovano diverse cappelle con statue; tra queste, accanto alla sacrestia, si trova la cappella di Santa Sinforosa , Protettrice di San Chirico Raparo; di fronte ad essa, all'estremo opposto del transetto, la cappella di San Chirico , Patrono del paese.All'ingresso si trova un fonte battesimale del '500. Vi è anche un imponente organo settecentesco, restaurato di recente.Negli ultimi anni il Duomo è stato chiuso al culto per lavori di recupero e consolidamento, che l'hanno restituita alla comunità sanchirichese con uno splendore rinnovato, soprattutto all'interno, così come si conviene a uno degli edifici più belle e imponenti della Basilicata.

SANTA MARIA DEL POPOLO O (o DELLA NATIVITA) E' la seconda parrocchia del paese, Si tratta di un ex monastero domenicano, con convento annesso, fondato nel 1513, e ampliato nella seconda metà del XIX secolo. All'interno si trovano un arco ogivale e i resti di alcun affreschi risalenti agli anni 1548-50, attribuiti a G. Todisco di Abriola, uno dei maggiori pittori del secolo; in uno degli affreschi è rappresentato Cristo in croce con ai suoi piedi Santa Maria de lo Rito e Santa Caterina; in un altro, posto su un altare in legno barocco, è raffigurata la Madonna del Rosario e San Domenico; intorno sono dipinti dei medaglioni rappresentanti i misteri Santo Rosario

CAPPELLA DELL'ORFANOTROFIO Questa piccola chiesa, annessa al Collegio Bentivenga, voluta dallo stesso Arciprete, è oggi particolarmente frequentata dai sanchirichesi e soprattutto da pellegrini “mariani”, in quanto vi si venera la statua della Madonna Addolorata , che dal 26 maggio 1994 reca, miracolosamente per chi crede, due lacrime sul viso, sulle quali la Chiesa mostra ancora prudenza, ma l'afflusso periodico di pellegrini e il verificarsi di alcuni eventi prodigiosi tendono a spiazzare anche i più scettici.

CAPPELLA DELL'ASSUNTA Si trova alla fine del paese, nel rione “Mperaterra” (ai piedi della terra). Si ritiene sia la più antica chiesa del paese. Fu edificata probabilmente come tempio pagano, infatti vi era un luogo di fuoco e una sorgente, per immolare agli dei. Poi, quando Costantino concesse la libertà di culto ai cristiani, divenne chiesa consacrata al culto cristiano.Vi si trova un'acquasantiera in travertino scavata nel tufo, e si nota la presenza di una cripta (inesplorata) adibita a sepolcreto.

ALTRE CHIESE

CAPPELLA DI SANT'ANNA. Si trova in piazza a fianco del Municipio, risale alla fine del '700. Contiene un piccolo organo settecentesco e al soffitto è rappresentata una Madonna che schiaccia un serpente e uno scheletro, e reca alcune iscrizioni in latino.Madonna delle Grazie . Ricostruita di recente, è nel rione “Serrone”; dall'interno si accedeva al vecchio orologio.

MADONNA DELLE GRAZIE. Ricostruita di recente, è nel rione “Serrone”; dall'interno si accedeva al vecchio orologio.

SANT'ANTONIO. Affaccia su via Roma, ha una facciata settecentesca, molti ex voto all'interno, e un organo in legno posto su un ballatoio.

SAN GIOVANNI. Affaccia su largo San Giovanni, ha una facciata settecentesca, molti ex voto all'interno, e un organo in legno posto su una cantoria. Cappella della famiglia De Sarlo, dove Mons. Antonio Maria De Sarlo teneva la scuola catechistica serale nei primi decenni del ’900.

SAN ROCCO. Piccola cappella in via San Rocco

SAN LIBORIO . Cappella sita nel rione “Torretta”.

CAPPELA dei VIGGIANI . Cappella privata, nel rione “Coste” dedicata alla madonna di Pompei..

SAN NICOLA . Ora scomparsa, nei pressi del campanile.

Chiese campestri Santa Maria Maddalena , San Vito , Madonna del Carmine , Cappella di San Michele (contrada Croce), Chiesetta della Trinità , Cappella Simonetti

ABBAZIA DI SANT'ANGELO AL MONTE RAPARO Si tratta di un monastero costruito nel X secolo da un gruppo di monaci dell'ordine d San Basilio, guidati da San Vitale, che trovarono nella grotta di monte Raparo, circondata da vegetazione rigogliosa, una dimora stabile e sicura per sfuggire alle persecuzioni iconoclaste che vessarono molti nuclei di monaci bizantini, costretti a cercare per tale motivo rifugio nelle zone più interne della Calabria, della Puglia e della Basilicata (come la zona del Raparo), considerata a quei tempi inaccessibile. L'abbazia, costruita su una grotta, era una costruzione a pianta rettangolare ed era sormontata da una cupoletta. All'interno vi erano molti affreschi e opere pregevoli, tra cui un calice d'argento, il polittico e due Tavole che ora si trovano conservate nel Duomo Parrochiale, quest'abbazia è diventata monumento nazionale .Purtroppo lo scorrere del tempo, l'incuria umana e i terremoti hanno ridotto in ruderi questo monumento tra i più significativi del dominio basiliano, però da alcuni anni la Soprintendenza ai Beni Culturali della Basilicata ha sottoposto a lavori di restauro e recupero sia l'abbazia che la grotta sottostante, allo scopo di valorizzarle artisticamente e di farne un centro di studi sulla storia del monachesimo basiliano del Mezzogiorno. Durante i lavori di restauro sono venuti alla luce diversi scheletri e suppellettili, così che, accanto al restauro, si sono avviati anche lavori di scavi archeologici. La grotta sottostante ancora oggi conserva la sua naturale bellezza; si presenta, infatti, ricca di stalattiti e stalagmiti, con numerose gallerie e vasche a più gradini, bagnate dalla fonte “Trigella” (dal latino Trigelida = molto fredda). Questa ha la particolarità di produrre acqua solo in primavera e in estate, per poi essiccarsi completamente in inverno.Il poeta Pontano narra che la fonte è legata alla leggenda della Ninfa Ripenia che, per sfuggire al fauno Crapipede, si rifugiò nelle vasche della Trigella. Il fauno per vendicarsi fece prosciugare la sorgente e rese l'acqua non potabile.

CASTELLO Sull'imponente costone roccioso che domina il centro storico, la parte più antica del paese, si ergeva un castello (di cui oggi resta solo l'ingresso), costruito probabilmente dai Bizantini, in una posizione dominante sulla valle del Racanello, per difendersi dai Saraceni, padroni di Castelsaraceno. Fu ristrutturato dai Normanni (XI sec.), dagli Angioini (XIII sec.), e dai signori feudali Sanseverino (XVI sec.). Durante il disastroso terremoto che colpì la valle dell'Agri nel 1857, subì un parziale crollo. Fu poi demolito nei decenni seguenti e usato come cava di materiale da costruzione.

TORRE DI SAN VITO Si tratta di una piccola torre costruita tra X e XI secolo, probabilmente con funzione di torre di avvistamento, data la sua posizione strategica, dominante su un ampio tratto della valle del torrente Racanello. La torre, a base quadrata, si erge a 814 metri s.l.m., su una massicciata rocciosa di tufo e travertino bianco, di fronte al massiccio roccioso del “castello”, ed è stata ricostruita tra il XV e il XVI secolo.

PALAZZO BARLETTA E' la più nota, pregiata e imponente costruzione civile del paese, si affaccia su piazza Roma, e risale alla fine del XIX secolo. L'esterno mostra uno stile classicheggiante, con finestre e balconi architravati, con timpani triangolari e curvilinei alternati. L'ingresso, caratterizzato da un grande portale ad arco, immette direttamente in un ampio cortile, circondato da un loggiato, con arcate su due piani. L'interno, purtroppo, è oggi spoglio e fatiscente, ma è in progetto un intervento di restauro per adibire il palazzo a museo, con un'ampia sezione dedicata all'abbazia di Sant'Angelo al Raparo e al monachesimo italo-greco.

Altri monumenti degni di menzione sono: il Calvario, nei pressi della villa comunale, il Monumento ai Caduti delle due guerre mondiali, la Croce di marmo (nota come “Cruce u marm”).

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